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Raoul Bova tra Chiara Giordano e Rocìo: “Ho tradito quando ho capito che era finita”

Raoul Bova è il protagonista della puntata de “L’intervista” di Maurizio Costanzo in onda il 23 febbraio 2017 su Canale5 in seconda serata. L’attore si racconta tra carriera, famiglia, scandali e amore.
A cura di Stefania Rocco
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Dopo Diego Armando Maradona, Maria De Filippi ed Emma Marrone, è Raoul Bova a essere protagonista della quarta puntata de L’intervista di Maurizio Costanzo. L’attore ha accettato di raccontarsi all’interno del talk one-to-one presieduto dal celebre conduttore e giornalista. Diversi gli argomenti che Bova andrà a toccare durante la puntata che andrà in onda il 23 febbraio 2017 in seconda serata su Canale5. Il matrimonio con Chiara Giordano, il divorzio, l’amore per i loro figli fino alla felicità ritrovata accanto a Rocìo Muñoz Morales, passando per i successi collezionati fino a oggi al cinema e in televisione.

L'amore per Luna: "È nata in un momento difficile"

Il primo video è dedicato a Luna, la figlia avuta da Rocìo. Già in passato, Bova si disse stregato dalla sua bambina. Quel sentimento non è cambiato, tanto che l'attore fa fatica a nascondere la commozione:

Tutti i miei figli mi hanno stregato. Luna è nata in un momento difficile, anche per l'accettazione degli altri figli nei confronti di questa nuova storia. Alessandro e Francesco hanno 17 e 15 anni. Hanno una magia particolare. Alessandro ha un mondo di una profondità incredibile, è difficile stargli dietro. Francesco ha un'allegria incontenibile. Quando avevo tante incertezze e la guardavo, era come se mi dicesse: "Ridi, tutto passerà". La cosa più bella è poter vivere la nascita di un figlio con gioia. Quando sai che c'è qualche contrasto o qualcuno che sta male, o quando vieni criticato, rischi di non viverti questo affetto. In quel periodo non uscivo perché c'erano i fotografi. La gente ti guarda come un alieno perché ti seguono. Mi hanno sempre detto che sembro il padre perfetto. Dentro di me sentivo un peso. Come essere umano ho tutte le mie difficoltà, contraddizioni e debolezze.

Costanzo gli chiede cosa desidera per il futuro dei suoi figli:

Ne ho già parlato con i ragazzi. Io da piccolo volevo diventare un campione olimpionico, avevo le idee chiare. I miei figli non lo sanno. Gli ho spiegato che, anche se vivono in una condizione agiata, un giorno la madre e io non ci saremo più. Dovranno pur fare qualcosa per guadagnarsi da vivere. Credo che sia la necessità a far nascere le vocazioni. Oggi si pensa che ci siano i genitori a fare per i figli, che si possa stare comodi. C'è un appiattimento rischioso. Ho pensato alla possibilità che possano fare gli attori. Loro all'inizio l'hanno rifiutato, ma sono certo che le vocazioni non si possano negare. A volte i miei figli nascondevano perfino di chiamarsi Bova per non essere riconosciuti.

Il nuoto e lacrime di Bova: "Cercavo l'affetto di mio padre"

Il secondo filmato è dedicato alla passione di Bova per il nuoto e al naufragare dei suoi sogni di gloria. Dagli occhi di Raoul sfuggono lacrime di dolore:

Provo piacere e dolore. La parola fallimento è stata il mio cruccio, mi ha tormentato per anni. Non penso che quello sia stato un fallimento. Fino a quando mi divertivo, sono stato un campione. Poi pensavo di ottenere l'affetto dei miei amici e della mia famiglia attraverso i successi. Quando perdevo stavo male. Avevo mal di testa che mi costringevano a stare steso per 10 ore. Mi sono chiesto: "Nuoto per far felici gli altri?". L'ho fatto troppo spesso nella mia vita, quello di fare qualcosa che potesse far piacere agli altri. Una volta mio padre mi rimproverò per la brutta figura che gli avevo fatto fare davanti agli altri genitori. A un certo punto ho cominciato a ricercare l'affetto di mio padre, dei miei genitori, perdendo. Mi rimproverava perché credeva che mi stessi umiliando, e forse era vero. Questa cosa me la sono portata nella vita. Mio padre fondamentalmente mi avrebbe amato lo stesso. È stato un grande uomo, forse ha sbagliato a spingermi troppo, mi metteva ansia. Ma quando gli ho detto che volevo smettere, quando arrivavo sempre ultimo, mi disse: "Raoul non è importante il nuoto. Io voglio solo che tu faccia qualcosa con tutta la passione che hai". Quando ho scelto di fare l'attore, voleva che studiassi. Lui era campione di lotta greco-romana. Non accettava che arrivasse il successo senza preparazione. Anche adesso mi segue, è anche molto critico.

Quando Costanzo gli chiede cosa desideri dire al padre, Bova si ferma qualche istante per recuperare la voce rotta dalla commozione:  "Mi sarebbe piaciuto sapere qualcosa di lui. È stato un padre perfetto, ma avrei voluto conoscerlo meglio. Una volta gli chiesi di scrivere un libro. Era un modo per sapere di più della sua vita. Lui, però, non si apre".

Il capitano Ultimo: "Ha subito una grave ingiustizia"

Il terzo filmato mostra la carriera di Bova, i suoi più grandi successi e i lavori realizzati per il cinema americano. "Ho amato particolarmente Ultimo" dice Costanzo, riferendosi alla storia del carabiniere che arrestò Riina:

Per me Ultimo è il fratello che non ho mai avuto. È stato un punto di riferimento. Pensare solo al fatto che abbia trascurato la sua vita e i suoi affetti per onorare la sua divisa e poi sentirsi accusare dallo Stato, è stato un colpo fortissimo per lui. È stato molto giù per un periodo, era veramente ingiusto. Ha trovato la forza di tornare a lavorare per la legalità in un altro modo, fondando una casa famiglia.

I figli avuti da Chiara: "Resterò sempre il loro padre"

L'attore e l'ex moglie Chiara Giordano
L'attore e l'ex moglie Chiara Giordano

Il filmato successivo ripercorre l'amore con Chiara Giordano, finito in circostanze che i due non hanno mai chiarito. Bova sorride mentre guarda i filmati, con gli occhi che si illuminato di fronte alle immagini dei suoi figli:

Sono un padre presente. Il giorno che è nata Luna, gli avevo promesso che non li avrei trascurati. Loro avevano paura. Quella sera andai ad accompagnare mio figlio agli allenamenti di calcio. Loro non avranno mai nulla in meno rispetto a Luna. Glielo ricordo tutti i giorni. Adesso sono in un'età in cui contestano tanto.Non ho paura a parlare di Chuara perché è stata la donna con la quale ho avuto i miei figli. L'ho sempre reputata una donna di grande sensibilità e intelligenza. È una madre fantastica. Spesso si confonde una separazione con un allontanamento. Prima, quando ero a casa, c'ero meno di quanto ci sono adesso. È un concetto non facile da accettare, però il ruolo di padre è assoluto. Resti padre per sempre. Glielo dico tutti i giorni e spero che un giorno se ne convincano.

La difesa di Rocìo: "Non è solo un bel sedere"

Il filmato successivo introduce l'amore con Rocìo:

L'ho incontrata per la prima volta mentre giravamo Immaturi. Nel montaggio che è stato fatto si è passati da Chiara a Rocìo. In realtà, non è quello che mi ha attratto. La cosa che mi dà più fastidio è che si è pensato che ero il classico uomo che lasciava la moglie per una donna più bella e giovane. Non è così. In quel momento, era la donna che sentivo più vicina a me. Mi ha messo di fronte una ragazza, non un sedere. È una bella persona.

Costanzo prova a stemperare la tensione, chiedendogli se sia geloso:

Da buon calabrese, lo sono. Prima lo ero di più. Se credo di essere stato tradito? Non si può essere certi del contrario. Se ho tradito? Dipendi da quello che intendi. Sono sempre stato fedele, fino a un punto in cui ho sentito che la mia storia stava finendo. Sapevo che c'erano dei grossi problemi. Ho iniziato a guardarmi intorno nel momento in cui cercavo delle conferme come uomo. Non sentivo più di essere quello che ero prima. Ho preferito non continuare ad avere storie parallele perché dentro di me non c'era più l'amore. Credo che sia un atto di onestà lasciare una donna, invece che continuare a cercare altrove. L'affetto per quella persona ce l'avrai sempre. Spesso a tenerti legato è l'amore per i figli.

L'amore per la compagna Rocìo
L'amore per la compagna Rocìo

La depressione: "Ho passato mesi di sofferenza"

Costanzo mette Raoul Bova di fronte al tema della depressione, della quale l'attore dichiarò di aver sofferto:

Sono nato malinconico, è nella mia natura. Tante cose mi hanno segnato. Alcune cose mi sono rimaste impresse, anche la morte di un familiare. Non è che io sia mai entrato in depressione. Mi ricordo che da piccolo avevo difficoltà a parlare. Avevo poca stima di me stesse. L'unico momento in cui ero tranquillo era quando mi trovavo in acqua, lì ero da solo. Ci sono dei momenti in cui entri in crisi perché non capisci chi sei rispetto al mondo. Adesso ho 45 anni. Sono cresciuto, pur essendo passato da mesi di grossa sofferenza. Il mio rapporto con la solitudine è fondamentale. Sto bene con chi la rispetta. A volte, sto di fronte al male e mi viene da piangere. Se sono in compagnia, non riesco a vivermi il momento.

La famiglia d'origine: "I miei momenti migliori"

Ricorda quindi la sua infanzia in Calabria e il grande affetto che lo lega ancora oggi a sua madre:

Mamma per me è importante. Napoletana, più matta, mi ha trasmesso l'allegria. Mi menava con il battipanni. La mia infanzia è stata serena, ma relativamente. Ero un po' irrequieto. La mia terra è parte del mio sangue. La prima parte della mia vita contiene i momenti migliori. A Roccella Jonica stavo rischiando di affogare. Mi buttavo in acqua ma non sapevo nuotare. In un'occasione stavo affogando. Mi salvò mio padre. La mia vita è legata a quel ricordo, a quelle mani che mi salvarono.

L'attentato al Bataclan: "C'erano Chiara e i miei figli"

Bova si commuove ancora quando ricorda di aver quasi rischiato di perdere l'ex moglie e i suoi figli nell'attentato al Bataclan. All'epoca, Chiara Giordano e i ragazzi erano a due passi dal luogo della tragedia. "Oggi hai deciso di massacrarmi!" rimprovera Raoul, che prosegue:

Sono momenti in cui ti senti impotente. Hai il terrore di perdere le persone che ami. Ricordo che quella notte chiamai chiunque per tentare di farli tornare in qualche modo. Dal Papa all'ultimo amico.

La fede e San Francesco: "Sono entrato in crisi"

Francesco è il nome del secondo figlio di  Bova. L'attore ha scelto di chiamarlo così in onore di San Francesco, il martire interpretato sullo schermo che a Raoul ha fatto ritrovare la fede:

Sono un uomo di fede perché sono nato in Italia e ho avuto un'educazione cattolica, ma sono entrato in fortissima crisi. Non capivo tante incongruenze della Chiesa, tante ricchezze e tanti errori. Quando ho fatto San Francesco ho trovato la mia fede. Mi sento francescano, preferisco fare piuttosto che perdermi in preghiere. Lui ha rischiato di essere ucciso. Anche lui è caduto nelle se depressioni e nelle sue debolezze, si è punito per capire la verità.

Bova conclude così la sua intervista: "Voglio solo dirti che per me è stato un onore. È un segno di grande stima e amicizia. Mi sento onorato".

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