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I 10 momenti più contestati del Festival di Sanremo

Mancano 5 giorni all’inizio della sessantaseiesima edizione del Festival di Sanremo. La kermesse canora è stata spesso scossa da scandali, contestazioni e polemiche. Aspettando che i riflettori dell’Ariston si riaccendano, ripercorriamo i 10 momenti che hanno suscitato più clamore, che hanno fatto discutere e che hanno infiammato la storia dell’evento.
A cura di Daniela Seclì
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Il Festival di Sanremo sta scaldando i motori. Mancano meno di cinque giorni all'inizio della sessantaseiesima edizione della kermesse canora che quest'anno vedrà alla conduzione Carlo Conti, affiancato da Virginia Raffaele e Madalina Ghenea. Sul palco dell'Ariston dovrebbe esserci anche Gabriel Garko. L'attore è reduce da un brutto incidente. La villa in cui alloggiava a Sanremo è esplosa, causando la morte della proprietaria. Il divo delle fiction ha riportato un lieve trauma cranico, qualche escoriazione e un forte spavento.  La sua presenza a Sanremo è sembrata vacillare. Poi, però, i medici lo hanno dichiarato "idoneo al lavoro", dunque ci sarà. Ogni edizione del Festival, d'altronde, ha i suoi colpi di scena.

L'evento è stato spesso scosso da scandali, contestazioni e polemiche. A volte, il clamore mediatico si è placato in pochi giorni. In altri casi, invece, è durato per settimane. Aspettando che i riflettori dell'Ariston si riaccendano, ripercorriamo i dieci momenti che hanno fatto più discutere e hanno infiammato la storia del Festival di Sanremo.

Eminem, il dito medio e le polemiche all'Ariston – 2001

Correva l’anno 2001. Alla conduzione del Festival di Sanremo c’era Raffaella Carrà. Ad affiancarla Enrico Papi e Massimo Ceccherini. Fu un'edizione non facile e costellata di polemiche, dovute soprattutto agli ospiti. Quando fu annunciato che Eminem si sarebbe esibito sul palco dell’Ariston, infatti, si urlò allo scandalo. In tanti fecero a gara per dimostrare il proprio dissenso e chiedere di sospendere la partecipazione del “white rapper” a Sanremo. Fra tutti, anche Giampiero Gamaleri. Nelle vesti di consigliere di amministrazione di viale Mazzini, scrisse al presidente della Rai, Roberto Zaccaria. Pochi giorni prima, il 21 febbraio del 2001, l’Italia era stata scossa dalla notizia del delitto di Novi Ligure. La sedicenne Erika De Nardo e il fidanzato Mauro Favaro detto Omar, avevano ucciso la madre e il fratellino di lei. Gamaleri sostenne che fosse inaudito fare esibire un artista che con leggerezza parla di violenza e matricidio. Ecco il testo della missiva:

"Caro presidente ti invito nel modo più accurato e pressante a riconsiderare la tua posizione e a predisporre ogni atto per sospendere l'esibizione di Eminem alla serata del festival. Non certo per un intento censorio che non ci appartiene, ma per il rispetto dovuto allo smarrimento e al dolore che in questi giorni, anzi in queste ore, attraversa tutta la Nazione famiglia per famiglia. Non voglio neppure appellarmi alla responsabilità del Consiglio di amministrazione per gli atti strategici dell'azienda. Ma ritengo, come le pubbliche autorità abbiano in certi casi il diritto-dovere di prevedere spazi di silenzio e di riflessione in momenti che straziano la vita della comunità, così la Rai debba evitare il rischio, nella sua massima manifestazione, di un' esibizione che, al di là dei premi ricevuti, può contenere messaggi di violenza, di ribellione e perfino di matricidio. È una scelta fondamentale per un'azienda che voglia onorare la sua funzione di servizio pubblico".

Il presidente rimase fermo sulla sua posizione. I testi del rapper furono controllati dalla Procura di Sanremo che diede il via libera. Lo scandalo si risolse in una bolla di sapone. Eminem cantò I’m back, Purple Hills e The Real Slim Shady. Fece il dito medio, salutò il pubblico ed educatamente tolse il disturbo. Tanto rumore per nulla.

Brian Molko dei Placebo distrugge la chitarra – 2001

Archiviato lo scandalo Eminem, Raffaella Carrà si trovò a doverne affrontare un altro. Anche stavolta, a colpire fu un ospite. Stiamo parlando dei Placebo. Dopo essersi esibito nel brano Special K, Brian Molko distrusse la chitarra, sbattendola con forza contro un amplificatore. Il pubblico reagì con fischi, urla e coretti a base di “scemo, scemo, scemo”. L’artista fece un inchino e se ne andò. Spettò a Raffaella Carrà scusarsi:

“Io ero in camerino e non ho visto quello che hanno fatto i Placebo. Ho sentito molti fischi e sono sicura che la colpa non sia vostra, ma di qualche intemperanza del gruppo. Io comunque vi chiedo scusa. Forse, nascosto sotto le vesti di Brian c’era Eminem, che invece è stato tranquillissimo. Pare che abbia danneggiato un po’ un nostro amplificatore, perciò i tecnici stanno cercando di rimetterlo a posto. Questo è il mio primo Festival, probabilmente sarà anche l’ultimo e amerei finirlo in pace”.

Brian Molko in seguito dichiarò:

“Ci sembrava la reazione più adatta, a quel tempo. Non dormivamo da due giorni e l’unica maniera per restare svegli era bere fin dal pomeriggio. E poi eravamo incaz*ati perché nessuno ci aveva detto come era il Festival. A nessuno fregava niente di noi. Quando venne il nostro momento, c’erano in platea tutti questi vecchi grassi in giacca e cravatta, con le loro donne in abito da sera. Qualcosa ha fatto click nella mia testa ed è scattata una reazione primordiale. Vaffan*ulo a tutta questa roba, mi sono detto; non dovrei nemmeno essere qua! La sola cosa che mi è rimasta impressa nella memoria era la gente che dalla sala mi gridava: “Pezzo di mer*a”.

Anna Tatangelo fischiata per quel "Gigi ti amo" – 2008

Nel 2008, Anna Tatangelo partecipò a Sanremo con il brano “Il mio amico”, scritto da Gigi D’Alessio. Si posizionò seconda, ma le critiche non si fecero attendere. All’inizio furono rivolte al brano, su cui molti ironizzarono reputandolo incomprensibile. D’Alessio replicò: “Con qualcuno mi arrabbio davvero. Troppa gente critica la canzone senza averne il titolo. Come si permette, ad esempio, Jimmy Fontana di criticarla? Lui, che non è mai andato da nessuna parte? E anche Elio e le Storie Tese, perché dicono che alcuni passaggi del testo sono incomprensibili? Al posto di ‘storie tese' dovrebbero chiamarli ‘cervelli fusi'”. Ma questo fu solo l’inizio. Quando Anna Tatangelo scoprì di essersi classificata seconda, volle fare una tenera dichiarazione d’amore al suo compagno: “Vorrei dire Gigi ti amo, è la prima volta che lo dico in televisione”. Le sue parole, però, anziché suscitare un applauso, causarono un’ondata – decisamente immotivata – di fischi e urla. La cantante provò a rispondere con ironia: “Ma sono gelosi?”. Piero Chiambretti e Pippo Baudo la difesero: “Ma è una cosa bella, Gigi è il fidanzato mica un arbitro di calcio”. Nel corso di interviste rilasciate negli anni a venire, la cantante ha parlato del grande imbarazzo provato in quel momento:

"Certe cose me le sono andate a cercare, lì per lì, quando dissi "Gigi ti amo", volevo sprofondare. Avevo 20 anni e a quell'età a certe cose non ci pensi. Sei talmente spontanea e innamorata, che al momento non trovi assolutamente strana. Al tempo non mi veniva perdonato e io ne soffrivo, ma poi ho imparato ad accettarlo. Prima ero molto insicura e la mia insicurezza veniva letta come un distacco, invece era un modo per difendermi. I social mi hanno aiutato, perché molti hanno capito che aldilà del tacco e del trucco, sono una mamma".

Il monologo vietato di Marcello Lippi – 2010

Nel 2010, Pupo, Emanuele Filiberto e Luca Canonici si presentarono a Sanremo con il brano “Italia amore mio”. Nella serata che prevedeva il duetto con ospite, il trio si esibì con Marcello Lippi. L’ex ct della nazionale iniziò l’esibizione con un breve monologo in cui spiegò:

“Sono qui perché per una canzone con questo titolo non poteva non esserci il ct della nazionale. Qui c'è della sostanza, non ha importanza come il brano viene cantato…".

Poi rese omaggio al ct della nazionale azzura di ciclismo Franco Ballerini, che era scomparso dieci giorni prima per via di un incidente stradale durante un rally in Toscana. Il discorso di Lippi, però, venne accolto da fragorosi fischi, fino al coretto: “A casa, a casa". Antonella Clerici salì sul palco, spiegando che quel discorso andava contro il regolamento, che impediva che l’ospite dicesse la sua. Così, è iniziata l’esibizione vera e propria. Anche qui, però, non mancarono i colpi di scena. La prima strofa del brano “Italia amore mio” fu modificata. L’originale diceva: “Ricordo quando ero bambino, viaggiavo con la fantasia, chiudevo gli occhi e immaginavo, di stringerla fra le mie braccia. Tu non potevi ritornare pur non avendo fatto niente, ma chi si può paragonare a chi ha sofferto veramente”. Il trio, invece, cantò:

“Ricordo quando ero bambino, viaggiavo con la fantasia, con un pallone immaginavo, di stringerla fra le mie braccia. In quella notte di Berlino noi tutti alzammo le mani con Lippi e Fabio Cannavaro l’orgoglio di essere italiani”.

Gli artisti e Lippi furono nuovamente fischiati e accusati di voler conquistare il televoto suscitando facili sentimentalismi. Il direttore artistico Gianmarco Mazzi, a chi gli chiedeva perché non avesse fermato questa violazione del regolamento, replicò:

“Quando Lippi ha iniziato a parlare e Antonella si è rivolta a me non me la sono sentita di fermare un’icona italiana, l’uomo che ci ha regalato un sogno. Ero in difficoltà, mi sembrava irrispettoso, non è il suo ambiente ho pensato e ho preferito lasciarlo parlare. E poi non sono un amministratore di condominio. Nella puntata di ieri si dava spazio alla capacità creativa degli artisti, io sono rimasto molto colpito dal fatto che loro abbiano potuto coinvolgere Lippi. Ci sono cantanti che sono riusciti a fare grande spettacolo come loro e altri che hanno fatto il minimo sindacale”.

La canzone "Italia amore mio" si classificò seconda.

L’orchestra di Sanremo strappa gli spartiti – 2010

Il Festival di Sanremo 2010 fu anche caratterizzato dalla clamorosa protesta dell’orchestra scoppiata quando furono resi noti i nomi dei tre artisti sul podio: Valerio Scanu, Marco Mengoni e il trio Pupo, Emanuele Filiberto e Luca Canonici. A suscitare la loro reazione, fu in particolare l’esclusione di Malika Ayane. I professori ridussero gli spartiti in palle di carta, altri ne fecero dei coriandoli e li lanciarono in aria. Il direttore Marco Sabiu chiese in diretta che venisse reso pubblico il voto dell’orchestra, per dimostrare come questo premiasse gli artisti più meritevoli a differenza del risultato del televoto. Mazzi negò questa possibilità perché quel verdetto – per regolamento – doveva restare segreto.

Celentano fischiato: “Sei un predicatore” – 2012

Nel 2012, Adriano Celentano fu contestato dal pubblico di Sanremo. L'artista arrivò sul palco dell’Ariston, si versò dell’acqua in un bicchiere e parlò delle polemiche che avevano accompagnato la notizia della sua presenza al Festival del 2012, in qualità di ospite:

“La corporazione dei media si è coalizzata in massa contro di me, neanche avessi fatto un attentato allo Stato. Ringrazio quei 4-5 che mi hanno difeso. Mi ha colpito in particolare la voce di un prete che ho visto da Mara Venier: don Mario. Grazie don Mario: tu hai capito ciò che i vescovi hanno fatto finta di non capire. Mentre anche Travaglio, che credevo avesse capito di cosa parlavo, non ha resistito e ha voluto affondare il coltello nella piaga, non mia, la vostra che diventa sempre più profonda perché vi distolgono dal capire. Dal contesto del mio discorso estrapolano una frase. Ma io sono venuto qui a fare quattro chiacchiere con i 16 milioni di persone che hanno visto il Festival di Morandi. Per parlare del significato della vita, della morte e ciò che viene dopo e della straripante fortuna che abbiamo avuto ad essere nati”.

Spiegò poi l’importanza di cercare e comprendere Dio, anziché allontanarci da lui e aggiunse:

“Su questi temi dovrebbero basarsi giornali come Famiglia Cristiana e Avvenire. Loro parlano della politica del mondo e non di quella di Dio. Quando dico che andrebbero chiusi non significa censura".

A questo punto, però, alcuni dei presenti in platea hanno iniziato a fischiarlo e ad urlare: “Basta". Il cantante ha replicato: “Perché basta? Perché non mi fate finire di parlare? Forse certe cose possono essere utili anche per voi…” ma la risposta che si sentì dal pubblico fu: “Sei un predicatore”. Il giorno seguente, Gianni Morandi che conduceva quel festival, parlò di contestazione pilotata:

“Abbiamo mandato una persona in galleria e c'erano tre-quattro persone che sistematicamente fischiavano, con uno schema preciso. Era tutto organizzato, non so da chi, ma lo era. È impossibile che all'Ariston succeda una cosa del genere, non l'ho mai visto in tanti anni di festival. Era un'operazione troppo mirata”.

La farfallina di Belén Rodriguez – 2012

Il Festival di Sanremo del 2012 sarà indissolubilmente legato alla farfallina di Belén Rodriguez. La showgirl accettò di co-condurre la prima serata della kermesse canora al fianco di Elisabetta Canalis e Gianni Morandi, dopo che la valletta ufficiale di quella edizione – Ivana Mrazova – fu impossibilitata a salire sul palco per via di una cervicalgia. Bastò una sola serata, però, per scatenare uno scandalo. La bella argentina, infatti, scese la scalinata con addosso un abito con spacco vertiginoso. I flash dei fotografi si scatenarono sulla farfallina tatuata sull’inguine. I social impazzirono e i fotogrammi che ritraevano il tatuaggio e la presunta mancanza di slip, rimbalzarono da un profilo all’altro. Belén si accorse subito del putiferio scatenato e salita di nuovo sul palco precisò:

“Gli slip ci sono, ci sono”.

La polemica su un abito reputato troppo volgare per un palco come quello di Sanremo, infuriò per giorni e anche le sue colleghe espressero la loro opinione a riguardo. Michelle Hunziker dichiarò che la Rodriguez “sa cantare e ballare, non ha bisogno di questi mezzi”. Nina Zilli parlò di una "mercificazione del corpo". Selvaggia Lucarelli, invece, lo definì “un esibizionismo patologico”.

Crozza contestato per la parodia di Berlusconi – 2013

Maurizio Crozza è stato tra gli ospiti del Festival di Sanremo 2013. La sua esibizione, però, fu contestata. Ma andiamo con ordine. Il comico iniziò la sua performance, vestendo i panni di Silvio Berlusconi e distribuendo soldi ai presenti. Quel denaro – precisava – non era suo. Poi ha dato il via ad una canzone parodia nel quale cantava:

“Non mi sono mai divertito tanto da quando Alfano ha detto che il Pdl faceva le primarie. Sono formidabile o no? Dico qualcosa che vi dà uno choc? Dico che non bisogna pagare il canone? Ma quanto mi amate? Io invece questo Paese lo odio, altrimenti perchè avrei proposto il condono? Scherzavo”.

Finita la canzone, provò a dare il via al monologo. Dalla platea, però, si sollevò una contestazione. Tra i presenti, qualcuno urlava “niente politica” e ancora “vai a casa”. Crozza provò a riprendere il filo del discorso ma i fischi non gli permisero di concentrarsi, né di proseguire. Fu necessario l'intervento di Fabio Fazio che provò a riportare la pace dicendo:

“No scusate, così non vale. Non si offende nessuno. Stiamo calmi e sereni. Stiamo applaudendo un comico tra i più apprezzati e amati dal pubblico televisivo. Dobbiamo divertirci e non approfittare del Festival di Sanremo per farsi notare con due urli. Ascoltiamo tutto l’intervento di Maurizio Crozza che siamo onorati di avere qui. Alla fine, ciascuno applaudirà quello che crede”.

Il comico riprovò a presentare il suo monologo precisando di non fare propaganda ma satira. Ma dal pubblico qualcuno continuava ad urlare: “Non lo vogliamo”. Fazio tornò sul palco per placare di nuovo gli animi. Ma bastò inquadrare la platea per comprendere che il contestatore era una sola persona. Il pubblico, allora, iniziò ad urlare “Fuori, fuori”, stavolta nei confronti di chi contestava. La persona in questione fu allontanata e il comico fece finalmente il suo intervento tra gli applausi. Alcuni giorni più tardi Crozza commentò l'accaduto:

"Quando sono uscito mi hanno urlato "Vai a casa pirla, basta politica!". E allora che mi hanno chiamato a fare? È come chiamare un imbianchino e dire "Sì, ma senza pittura". Avevo pensato di tirare ai contestatori le banconote, ma sarebbe scoppiata una rissa. Io non faccio risse ma commedie".

Wainwright accusato di blasfemia dai papaboys – 2014

Nel 2014 toccò a Rufus Wainwright finire al centro della polemica sanremese. La sua colpa? Aver cantato una canzone dal titolo “Gay Messiah”. Inoltre, nel corso di alcuni suoi concerti, il cantautore canadese compariva legato ad una croce. Tutto ciò fece urlare alla blasfemia i papaboys, che arrivarono ad organizzare anche un raduno di protesta. Sul loro sito spiegarono:

“La preghiera davanti alla RAI, non vuole attaccare il diritto alla libertà di espressione ma tutelare cattolici e persone di buona volontà che si sentono offesi da chi altera la figura di Cristo.[…] Rufus è un cantante blasfemo. Richiediamo l’intervento o le dimissioni dei vertici Rai, in primis la presidente Tarantola (che si dichiara cattolica, ma permette che si trasmetta dalla tv pubblica blasfemia) e del direttore Gubitosi. […] Ricordiamo che la protesta non parte solo da un presupposto di offesa al sentimento religioso. Si tratta di violare le leggi dello Stato. Il repertorio dell’artista entra nel reato di offese ad una confessione religiosa mediante il vilipendio, previsto e punito dall’art. 403 del Codice Penale. Inoltre, l’art. 25, primo comma, del Regolamento del Festival, afferma: gli artisti durante le loro esibizioni non potranno assumere atteggiamenti e movenze o usare abbigliamenti e acconciature in contrasto con i principi del buon costume ovvero in violazione di norme di legge o di diritti anche di terzi”.

Per tutta risposta Giancarlo Leone assicurò: “Sappiamo che Rufus non si crocifiggerà in scena e non farà nulla di quelle cose che l’hanno anche reso famoso. Farà il grande artista che è”. E così fu. Il cantante si mise al pianoforte e intonò "Across the universe" e "Cigarettes and chocolate milk". Si disse, poi, molto colpito dalla polemica che si era sollevata e che imputò alla sua omosessualità:

“È triste che molti seguaci della Chiesa Cattolica non seguano la linea del loro leader Papa Francesco nell’accettazione di donne, gay e altre minoranze”.

Siani e la battuta infelice sul bambino in carne – 2015

Tra gli ospiti del Festival di Sanremo 2015, c’era Alessandro Siani. L’attore, prima di salire sul palco, è passato dalla platea. Un bimbo un po’ in carne si è precipitato da lui per stringergli la mano. Siani lo ha salutato e poi ha ironizzato:

“Ce la fai ad entrare nella poltrona? Da lontano pensavo fosse una comitiva”.

Vedere il bambino arrossire dall’imbarazzo ha scatenato una polemica social contro Alessandro Siani. Il comico fu definito: “Pessimo, miserabile” e la battuta “ridicola”. Il giorno seguente, l’attore precisò di avere grande rispetto per quel suo piccolo fan:

“Ho visto un bambino che teneva lo stesso volto simpatico del bambino protagonista del mio ultimo film e con lui mi è venuto di scherzare, con quello stesso sentimento goliardico che c'era nel mio film. Un grande diceva: “A Sanremo anche un colpo di tosse poi diventa broncopolmonite”. Grande rispetto per il bambino che è un bambino intelligente, abbiamo poi fatto una foto insieme”.

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