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I 10 anni di Mad Men, il mondo della pubblicità nell’epoca d’oro delle serie tv

Il 19 luglio 2007 andava in onda il primo episodio della serie ambientata nel mondo delle pubblicità degli anni ’60. Un lungo viaggio nel processo creativo degli slogan dei marchi più famosi e nel mutamento del tessuto sociale americano.
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Come spiegare "Mad Men" a chi non ha mai visto nemmeno una puntata, oggi che la serie tv creata da Matthew Weiner compie 10 anni? Un lungo viaggio nella fabbrica dove si genera e si costruisce l'illusione del sogno americano, l'agenzia pubblicitaria "Sterling Cooper" di Madison Avenue a New York. Da qui "Mad Men", come venivano chiamati gli agenti pubblicitari delle società di quella strada. Il 19 luglio 2007 andava in onda per la prima volta "Fumo negli occhi", il primo episodio di una serie durata 8 anni e 7 stagioni e che ci ha fatto innamorare dei suoi personaggi, su tutti il Don Draper interpretato da Jon Hamm.

Don Draper, il motore di Mad Men

La pubblicità si basa su un'unica cosa: la felicità. Sapete cos'è la felicità? È una macchina nuova. È liberarsi dalla paura, è un cartellone pubblicitario che ti salta all'occhio e ti dice sottovoce che qualunque cosa tu faccia è ben fatta. E che sei ok.

Misterioso e affascinante, fantasioso e intuitivo, Don Draper (John Hamm) è il direttore creativo della "Sterling Cooper", una delle menti brillanti più invidiate nel campo della pubblicità ma con un passato da nascondere. La serie è un viaggio nel mondo degli slogan dei marchi più famosi, da "Lucky Strike" a "Heinz" (che ha finito per adottare una delle idee di Don Draper per una campagna recente) fino a "Coca Cola". Il tutto è ambientato ponendo un focus sul mutamento sociale di quegli anni: la campagna Nixon vs Kennedy, la crisi con Cuba, l'assassinio di Kennedy, la conquista dei diritti civili degli afroamericani, il Vietnam e il movimento hippie.

Il fascino di Don va ben oltre gli uffici della Sterling Cooper ed arriva fino in camera da letto. Sua moglie, Betty (January Jones), è una casalinga fedele ma frustrata, lui è un donnaiolo: solo nella prima stagione si parte con due amanti, i suoi opposti che con la propria indipendenza sfidano le convinzioni maschiliste di Don sull'universo femminile. Ad insegnargli molto su quel mondo sarà Peggy Olson (Elisabeth Moss), assunta come sua segreteria, affronterà di stagione in stagione le reticenze di un ambiente non così aperto alle donne riuscendo a cambiare la sua carriera e passando da comune segretaria a responsabile creativa.

Alla Sterling Cooper spicca anche Pete Campbell (Vincent Kartheise), giovanissimo account ambizioso, pronto a rubare più esperienza possibile al genio tormentato di Don Draper. Legati a doppio filo i profili dell'office manager Joan Holloway, lo stereotipo della donna sexy degli anni '50, e di Roger Sterling, partner principale dello studio, grande amico ed estimatore di Don Draper, nonché amante dei vizi. Proprio Sterling e Joan intratterranno una segreta relazione. In questo scenario, Don Draper è riuscito a mantenere uno status basato su un'immagine indiscutibile di sé ma il passato che è pronto a tornare non sarà una buona notizia per lui.

Guardare Mad Men oggi

Una serie che si finge corale, ma che finisce sempre per girare intorno alla figura centrale di Don. Guardare "Mad Men", a dieci anni di distanza dalla messa in onda del primo episodio, è ancora un piacevole esercizio. D'altronde si parla di una serie lanciata nel 2007, anno in cui termina "I Soprano": siamo nel pieno boom delle serie, l'epoca d'oro della sceneggiatura prima che l'on demand e il concetto di binge watching aumentasse possibilità di fruizione ad un prezzo non così modico, quello della qualità.

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