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“Giovani e Ricchi”, il documentario che fa scandalo perché non si scandalizza

Il documentario di Alberto D’Onofrio, in onda su Rai 2, ha raccontato le vite di miliardari ventenni, suscitando le più svariate reazioni: dallo sdegno alla derisione degli eccessi e dell’opulenza “tamarra”. Ma il programma funziona per l’approccio acritico dell’autore, che prova ad immergersi in un mondo per capirlo anziché criticarlo a prescindere.
A cura di Andrea Parrella
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In un paese in cui la parola "crisi", intesa in termini economici, declina buona parte delle notizie giornalistiche e delle discussioni quotidiane, un documentario dal titolo "Giovani e Ricchi", trasmesso da Rai 2 (che vuol dire servizio pubblico), che indaga il mondo di ragazzi giovanissimi e miliardari, indifferenti davanti al concetto di spreco e sprezzanti di una certa superba spavalderia, non poteva che suscitare un bel po' di clamore. E infatti il documentario di Alberto D'Onofrio, trasmesso in seconda serata dalla seconda rete Rai, ha generato l'effetto desiderato. I commenti su Twitter hanno cavalcato l'onda della polemica suscitata da quel fastidio che si prova davanti all'ostentazione del lusso, che è stata proprio la premessa di D'Onofrio, il quale prima di raccontare le storie dei quattro ragazzi protagonisti, ha sottolineato come sia comune questo atteggiamento nei confronti della rappresentazione di una ricchezza spropositata.

Il documentario era acritico, D'Onofrio si è rapportato ai protagonisti con la stessa predisposizione asettica e, appunto, documentaristica nel vero senso della parola, con la quale tempo fa aveva realizzato Dj's Trip Party People, retrospettive dedicate al mondo dei dj, della notte e di quel divertimento giovanile spesso inesplorato, di conseguenza incompreso. La cifra di Giovani e Ricchi è proprio quella di un documentario che fa scandalo perché non si scandalizza, si sforza di capire indagando, anziché giudicare. Si tratta di una virtù propria di prodotti documentaristici consapevoli del proprio ruolo, oltre che dell'obiettivo da perseguire. Il risultato finale è una sorta di sdoganamento di quell'opulenza così ostentata e quasi inconsapevole, che finisce per suscitare un ventaglio svariato di reazioni: dal fisiologico fastidio per la distanza siderale tra le nostre abitudini di vita e quelle dei protagonisti, alla derisione di eccessi non solo superflui ed accessori, ma a tratti risibili fino a sfociare nell'accezione che trova nel termine tamarri una appropriata sintesi linguistica. Per chi se lo fosse perso, "Giovani e ricchi" è disponibile sul portale Rai Replay e, clamorosamente rispetto al contenuto, non si paga.

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