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Gassmann su scene lesbo nei Bastardi di Pizzofalcone: “Amare è un diritto per etero e gay”

Alessandro Gassmann risponde alle polemiche sulle scene omosessuali viste nella fiction Rai, sottolineando il diritto ad amarsi “a prescindere dall’orientamento sessuale”. Commenta amaro Maurizio De Giovanni, autore dei romanzi da cui è tratta la serie: “Polemica assurda”.
A cura di Valeria Morini
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Mentre "I bastardi di Pizzofalcone" si appresta alla conclusione della sua prima stagione forte di un grande successo che l'ha incoronata tra i più fortunati prodotti Rai del momento, è un vero e proprio putiferio quello scoppiato intorno alla serie. A condurre l'attacco è stato il quotidiano L'Avvenire, immediatamente seguito da una dichiarazione di Maurizio Lupi: nell'occhio del ciclone, alcune scene d'amore omosessuale che hanno visto protagoniste due donne, i personaggi di Alex Di Nardo (interpretata da Simona Tabasco) e Rosaria Martone (Serena Iansiti).

Alla polemica scatenata ha risposto immediatamente Alessandro Gassmann, che nella fiction veste i panni dell'ispettore Giuseppe Lojacono. In alcuni tweet, l'attore ha replicato con ironia, sostenendo che le accuse "portano bene" (in vista dell'ultima puntata di lunedì 6 febbraio) e difendendo il diritto all'amore contro l'omofobia.

Voglio ringraziare l'Avvenire per la polemica sulle scene lesbo di Pizzofalcone! Portano bene ! A lunedì!! Italia paese laico dove chi si ama ha diritto di farlo a prescindere dall'orientamento sessuale.

Maurizio Di Giovanni: "Per alcuni esiste un amore giusto e uno sbagliato"

Su Facebook ha invece commentato lo scrittore Maurizio Di Giovanni, autore dei romanzi da cui è tratta la fiction:

Mi fa male questa assurda polemica. Ma non mi fa male per le mie storie, o per la fiction o per la narrativa in genere, che in un Paese normale dovrebbe essere libera da ogni censura. Mi fa male che ci sia gente che pensa che esista un amore giusto e uno sbagliato; che un bacio sulla bocca sia una "scena di sesso esplicito"; che ci siano bambini che di fronte a una qualsiasi scena d'amore, che peraltro possono tranquillamente raggiungere con gli smartphone di cui sono dotati fin da piccolissimi, non ricevano la corretta spiegazione dai genitori; che ci si preoccupi di quei bambini e poi li si metta di fronte a videogiochi per intere giornate che insegnano a uccidere, uccidere, uccidere; che esistano politici della stessa parte di chi lancia strali che hanno subito processi per pedofilia e sfruttamento della prostituzione; che dia lezioni di morale chi ha dovuto dimettersi da cariche pubbliche per questioni morali; che in una televisione dalla quale arriva ogni sorta di perversione ci si fermi di fronte a topless come si possono osservare in ogni spiaggia d'estate.Vorrei riuscire a fregarmene ma, ahimé, non ci riesco. Colpa mia.

La polemica dell'Avvenire e di Maurizio Lupi

Il tutto è scaturito da una lettera di protesta inviata all'Avvenire da una lettrice, che lamentava la presunta cattiva influenza di quelle scene sugli spettatori più piccoli. Da qui il duro attacco di Maurizio Lupi alla Rai: "È troppo se chiediamo alla Rai di Campo dell'Orto di tenere la propaganda della sessualità libera, sia essa etero o omo, fuori dalla prima serata? È proprio necessario che in qualsiasi trasmissione, sia un talk show, un festival canoro, una produzione di Rai Fiction quale che ne sia il genere, commedia o poliziesco, debba contenere scene esplicite di sesso omosessuale?".

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