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Gabriel Garko stronca le critiche: “Recito per il popolo, non per chi mi odia”

L’attore si racconta nel salottino di Massimo Giletti e spazia su tutto, dall’amore per il cinema a quello per la sua famiglia. Una stoccata ai critici: “Ho imparato che se loro scrivono male, al popolo va sempre bene ed io lavoro per la gente non per i giornalisti”.
A cura di G.D.
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Gabriel Garko ospite de "L'Arena" di Massimo Giletti per parlare della sua carriera e della sua vita. Lanciato grazie al concorso "Il più bello d'Italia" nel 1985, racconta un aneddoto che nessuno conosceva. L'attore non voleva fare il modello, quindi quando si ritrovò a vincere il titolo de "Il più bello d'Italia" decise di rifiutare per evitare di essere accostato a quel tipo di concorso. Garko, infatti, ha sempre voluto fare solo cinema.

Non ho mai pensato di fare la moda, ho sempre voluto fare cinema. Mi ritrovai a vincere "Il più bello d'Italia" ma non accettai. Perché non mi accontentavo di quello che mi ero arrivato, io non volevo fare il modello. Sono sempre stato uno di quelli che non ha mai pensato a prendere quello che arrivava, ma sono sempre stato orientato a guardare avanti e agli obiettivi che ho davanti

La famiglia per Gabriel Garko è molto importante. Adesso che è una superstar, quando torna nella sua Torino i suoi familiari tendono a difenderlo dagli attacchi di paparazzi e sostenitori.

Per me è importante la famiglia ed in casa non vivo affatto come una superstar. Loro mi difendono, tipo quando siamo per strada gli da fastidio che mi fermano per gli autografi. Quando torno a casa, infatti, ci chiudiamo dentro per restare tranquilli.

Le critiche a Gabriel Garko lo hanno sempre aiutato a crescere, non si è mai fermato di fronte a quanti gli davano dell'attore da "fotoromanzo". Una delle tante soddisfazioni è stato il ruolo che Ferzan Ozpetek gli ha affidato per "Le fate ignoranti".

Quel ruolo è stato complicato perché ho dovuto perdere 15 kg. Io non ho mai più rivisto il film, perché rivederlo mi fa male. Prima i critici scrissero che avrei rovinato quel ruolo, poi dopo non hanno più scritto nulla. Io feci quel film rifiutandone altri tre, perché dovevo dimagrire e quindi non potevo fare altri ruoli. Io mi sono fissato perché volevo portarlo a termine. Poi quando scrivono i critici, se scrivono male, vuol dire che tu vai bene per il popolo. Quando scrive positivamente su di te, vuol dire che va bene solo per lui. Io lavoro per il popolo, non per i critici e quindi possono scrivere quanto vogliono.

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