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Finito 1993, Stefano Accorsi pensa già a 1994: “Succederanno cose incredibili”

Con gli episodi andati in onda il 6 giugno si è chiusa la seconda parte della trilogia della serie Sky nata da un’idea di Stefano Accorsi. Ascolti timidi per questa seconda stagione, ma grande attesa per la parte finale, che vedrà la discesa in politica del cavaliere e l’intreccio dei fatti realmente accaduti con le vite di Leonardo Notte, Veronica Castello, Pietro Bosco e il pool guidato da Antonio Di Pietro.
A cura di Andrea Parrella
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Dopo l'impatto forte di 1992, il seguito 1993 ha rafforzato il legame tra il pubblico e questa ambiziosa serie televisiva prodotta da Sky, che si è presa la briga di raccontare alcuni degli anni più complessi e per certo significativi della nostra storia, non solo recente. Il secondo anno della crisi scatenata da Tangentopoli e dell'inizio dell'era berlusconiana ha immerso i personaggi fittizi della narrazione immaginata da Stefano Accorsi nelle vicende politiche e sociali dei primi anni Novanta, mostrando un Leonardo Notte impegnato in un doppio gioco tra D'Alema e Berlusconi, protagonista di un finale aperto che lo vede in attesa di un incontro con l'ex premier che, tuttavia, non avverrà mai. Accorsi ha raccontato la sua esperienza in un'intervista pubblicata da Sky:

Portare in scena un personaggio con delle zone d’ombra così importanti e ingombrarti è sicuramente catartico, e poi c’è un’altra cosa: il fatto che tutti questi personaggi abbiano un rapporto così disinibito con il potere e il sesso è liberatorio anche per chi guarda. Tutto sommato si parla poco di quanto il sesso sia un motore che muove tantissime cose nella nostra società, e questo dipende anche dalla nostra tradizione culturale.

Il finale di 1993 è aperto perché, come già annunciato in passato, quella di Sky è una trilogia che si concluderà proprio con il racconto dell'anno in cui Berlusconi è salito per la prima volta al governo: "Se in 1992 chiudevo con la frase “sarà uno splendido 1993”, chiudo 1993 dicendo che “sarà un roboante 1994”. Succederanno delle cose incredibili, c’è la discesa in campo, la campagna elettorale, il potere che agisce, tutta la teoria si confronta con la realtà, il terremoto in Parlamento". Facile immaginare gli eventi portanti della prossima stagione, tra i quali non potrà mancare il discorso di discesa in campo del cavaliere, vero e proprio pezzo di storia della tv.

Grande entusiasmo per questo progetto proposto a Sky ed accolto dall'emittente con un atteggiamento molto aperto al lavoro con i personaggi. Accorsi lo ammette senza mezzi termini: "Ho portato la mia idea a un  produttore e questa si è tradotta nella serialità di 1992, 1993 e di 1994, è stata una bella sensazione e se ci penso è esaltante. Inoltre è appassionante poterci lavorare, gli sceneggiatori che hanno creato questo format hanno dato modo a noi attori di lavorare su dei personaggi emblematici e spesso liberatori". 

Gli ascolti 1993

Non si è trattato di un'operazione dai tratti esplosivi, come testimoniano gli ascolti di 1993. Nonostante il suo peso vintage, la nostalgia per un periodo che sta divenendo storia in questi anni, 1993 e il suo predecessore non sono riusciti ad ottenere lo stesso grado di attenzione di cui è stata capace l'altra operazione Sky per eccellenza, Gomorra La Serie. Ma si tratta di due operazioni dai caratteri differenti, il confronto non era di per sé fattibile. L'appeal del 1993, un anno di mezzo tra l'inizio e la conclusione di questa serie tv, è stato leggermente timido presso il pubblico. Dai 519mila spettatori medi della prima puntata, share medio del 7% e dato comprensivo degli spettatori che hanno scelto di vederlo su Primissime di Sky On Demand, il calo è stato fisiologico, non traumatico, passato ai 465mila telespettatori per l’episodio sette e 433mila per l’episodio otto (1,49% lo share dell’emissione di flusso). Risultati forse attesi, tuttavia in controtendenza con una campagna di sponsorizzazione iniziata con largo anticipo e serratissima nelle settimane antecedenti il debutto della serie.

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