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“Erin Moran aveva un cancro alla gola, è morta tenendomi la mano”: lo straziante racconto del marito

In una straziante lettera, Steve Fleischmann ha raccontato l’ultimo anno di vita della moglie Erin Moran. Nel 2016, dopo aver trovato del sangue sul cuscino, l’attrice ha scoperto di avere un cancro alla gola. La situazione è peggiorata velocemente. Erin Moran non parlava più e si alimentava con un sondino. Il cancro si era diffuso alla milza, ai polmoni e al cervello.
A cura di Daniela Seclì
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Erin Moran è morta sabato 22 aprile. In una straziante lettera, il marito Steve Fleischmann ha raccontato l'ultimo anno di vita dell'attrice. Amatissima per avere interpretato il ruolo di Joanie Cunningham, nella serie tv degli anni '70 ‘Happy Days‘, è deceduta a soli 56 anni.

Fleischmann conferma quanto già appurato dall'autopsia. Erin Moran è morta per via di un cancro in stadio avanzato. Ecco il racconto fatto dal compagno dell'attrice:

"Erin e io ci siamo conosciuti il 22/04/1992 e le nostre strade si sono separate il 22/04/2017. Stavamo pianificando di andare a Thunder Over Louisville per festeggiare. Si sentiva bene nel giorno del nostro anniversario, il 23/11/2016".

"Macchie di sangue sul cuscino, poi la diagnosi"

Fleischmann ha continuato: "Forse quattro o cinque giorni dopo essere rientrati, Erin si è svegliata e c'era una macchia di sangue sul cuscino della dimensione di una moneta da dieci centesimi. Disse: ‘Penso di essermi morsa la lingua'. Sono passati un paio di giorni e c'era una macchia di sangue ancora più grande. Era circa il 4 di dicembre e c'era ancora più sangue. Ho preso una torcia e ho detto di farmi vedere. Non era la sua lingua, ma la tonsilla sul lato sinistro. Pensavo fosse una tonsillite. Così siamo andati da un otorinolaringoiatra che ci disse che voleva fare una biopsia. Venne fuori che si trattava di un carcinoma a cellule squamose. Ha iniziato a fare radioterapia e chemioterapia. Cinque giorni alla settimana la radioterapia e la chemioterapia solo il giovedì".

"Erin non riusciva più a parlare e mangiare, si alimentava con un sondino"

La malattia è peggiorata velocemente: "Alla fine di febbraio, Erin non riusciva più a parlare, mangiare o bere. Aveva un sondino per alimentarsi e le davo da mangiare dalle 6 alle 8 volte al giorno. Era ancora felice, attiva e mandava messaggi agli amici tutto il giorno". Poi le 48 ore che hanno condotto alla morte:

"Il 21 aprile aveva difficoltà a respirare. Il 22 si è svegliata e non era al 100%. Aveva bisogno dei fazzolettini, perciò sono andato a comprarli e sono rientrato. Era lì che guardava la tv nel letto. Mi sono steso accanto a lei e ho tenuto la sua mano destra nella mia sinistra. Mi sono addormentato, mi sono risvegliato un'ora più tardi. Ancora le tenevo la mano ma lei se n'era andata. Il Norton Cancer Institute non ci ha mai detto quanto fosse grave. Il medico legale mi ha detto che era davvero gravissimo. Si era diffuso alla milza, aveva molto liquido nei polmoni e si era esteso anche a parte del cervello. Il medico legale ha detto che anche se fosse stata in ospedale, carica di antibiotici, non ce l'avrebbe fatta. Ha detto che è stato meglio che si trovasse con me e che sia morta nel sonno. Questo è quanto".

Infine, l'uomo ha chiesto che le sue parole venissero diffuse agli organi di stampa. Tra coloro che hanno pubblicato il suo racconto, anche Scott Baio, che in queste ore è stato travolto dalle polemiche per quanto affermato su Erin Moran.

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