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De Filippi su Amici 2017: “Edizione riuscita, ma vorrei un talent più internazionale”

La conduttrice tira le somme dell’edizione 2017 tracciando un bilancio positivo “anche per merito di Sanremo”. E confessa un sogno: “Vorrei un Amici con talenti stranieri, oltre a quelli italiani”.
A cura di Valeria Morini
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Maria De Filippi traccia un bilancio dell'edizione di Amici appena conclusasi con la vittoria di Andreas Muller. Il ritorno di un ballerino al primo posto del programma rappresenta una svolta storica del programma (è accaduto pochissime volte in passato), in un'annata segnata da un evidente calo degli ascolti e da un inizio un po' affaticato, a causa delle liti con Morgan.

Nonostante l'ondata di polemiche seguite all'addio di Castoldi (con il cantante che ne ha dette davvero di tutti i colori alla Queen Mary), la conduttrice non ha rimpianti, come spiega a TgCom24:

Amici è un format mutante, le nuove generazioni ci arricchiscono con qualcosa che prima non c'era, arrivano con un bagaglio di esperienze che è cambiato negli anni. Siamo noi che ci adeguiamo a loro, non il contrario. Amici mi rende sempre contenta, la fatica viene meno stando con i ragazzi. Il bilancio di quest'anno è positivo, e, per quel che mi riguarda, è merito anche del Festival di Sanremo. Salire sul palco dell'Ariston è stata una bella esperienza, anche se, porca miseria, non me la sono goduta perché ho vissuto quei giorni che non finivano mai con tanta paura. Era come una giostra che continuava a girare.

Ora, si guarda al futuro. Dopo la vittoria di Andreas, c'è chi pensa a un ritorno della categoria "recitazione". La De Filippi lo esclude, ma confessa un sogno:

Non direi, in passato non ha funzionato come volevamo. Ma il ballerino è anche un attore, nei quadri di Giuliano Peparini non c'è solo danza c'è anche recitazione. In realtà avrei un altro sogno… Vorrei aggiungere ai talenti italiani nella danza e nel canto anche ragazzi inglesi, spagnoli e francesi. Mi piacerebbe fare un casting internazionale, non prendere giovani già vincitori di talent nei loro Paesi. E' un sogno che però mi hanno già frantumato, perché mi è stata fatta un'obiezione decisiva legata alla lingua: ‘come ci parli?'

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