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#CoseCheHoImparatoDallaTv, la rete si diverte ma fa sempre e solo il gioco dei brand

Cosa abbiamo imparato dalla tv? La rete gioca con l’hashtag su twitter dimostrando la sempre più invasiva e silenziosa presenza dei marchi nella nostra vita.
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Twitter, metro fedele di vizi e virtù, di evasione ed impegno, di frizzi e lazzi che animano la nostra società. Ed è al pomeriggio che impazza il disimpegno, forse per l'utenza molto più teen, tra discussioni dedicate ai propri idoli (OneD, Justin Bieber and friends) fino a quelle più singolari ed istantanee. Come quella che impera oggi: #CoseCheHoImparatoDallaTv. Karl Popper ci avvisava su quanto potesse già insegnarci negli anni Novanta: violenza creando, appunto, una generazione violenta. Derrick De Kerckhove, un decennio più tardi, ci avvertiva che la televisione si era trasformata, invece, in una psicotecnologia collettiva capace di indagini di mercato in grando di sondare l'umanità ai raggi x. Eccoci: unite la tv violenta e invasiva di Popper alla coscienza collettiva di Derrick De Kerckhove, e avrete il vostro perché? a trending topic come quelli di oggi. Gli utenti di twitter si divertono, dietro ai loro tweet si nasconde anche una vena ironica e leggermente critica, ma scrivendo della "Marcuzzi stitica che prende vagonate di Activia" fanno sempre il gioco del brand. Ecco cosa siamo riusciti ad imparare dalla tv. E c'è persino chi ha intenzione di ripristinare Carosello.

A proposito, c'è anche Pino il Pinguino tra le mentions di oggi che tanto piace anche ai disillusi trentenni alla Muccino, grazie alla presenza di Elio nel ruolo del protagonista antartico e canterino. Ma pur sempre di pubblicità si tratta.

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