Ci voleva Tale e Quale Show per celebrare la bravura di Manlio Dovì
Se il suo Charles Aznavour semplicemente perfetto nella prima puntata di "Tale e Quale Show 2016" aveva incantato tutti – giurati, pubblico e colleghi – facendogli conquistare meritatamente la vittoria provvisoria, Manlio Dovì si è replicato nella seconda serata con un'imitazione altrettanto sublime di Roberto Vecchioni, sulle note di "Chiamami ancora amore". Il cabarettista palermitano si pone così a tutti gli effetti come il favorito al premio finale. Certo, si potrebbe obiettare che un imitatore puro e duro come lui, con anni di esperienza alle spalle, sia inevitabilmente avvantaggiato su altri concorrenti di "Tale e Quale". In realtà, stupiscono un po' i commenti entusiasti di tanti spettatori, che sembrano riconoscere solo oggi il talento di un personaggio attivo tra palcoscenico e televisione da 30 anni.
Manlio Dovì dal Bagaglino a Tale e Quale Show
Il debutto sulla tv nazionale avvenne proprio tre decenni fa, nell'edizione 1986 di "Fantastico" (in precedenza aveva lavorato in tv locali nella sua Palermo, dov'è nato nel 1964). Il talento di Dovì è però associato soprattutto al Bagaglino, la compagnia teatrale fondata da Pier Francesco Pingitore protagonista di tanti varietà televisivi di grande successo, in onda prima su Raiuno e poi su Canale 5.Al fianco di Pippo Franco, Leo Gullotta e Oreste Lionello, Dovì ha tirato fuori uno straordinario talento di imitatore che "Tale e Quale Show" avrebbe semplicemente ribadito anni dopo.
Tantissimi i personaggi, tra politica e spettacolo, di cui ha vestito i panni con capacità mimetica: i più celebri restano forse Francesco Cossiga e Carlo d'Inghilterra, ma Dovì si è trasformato – tra gli altri – in Vittorio Sgarbi, Luca Giurato, Piero Fassino, George W.Bush, Umberto Bossi, Nicolas Sarkozy e persino Asia Argento, cannibalizzandone movenze e vezzi e regalando agli italiani una parodia di sfrenato e irriverente sarcasmo.