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Che fine ha fatto Enrico Papi? Parla il conduttore: “Per scelta lontano dalla tv”

Il conduttore risponde ad un articolo di Claudio Plazzotta che affermava “Enrico Papi si è perso”, sostenendo invece di essersi allontanato per propria scelta. Forse la tv non ha più progetti adatti al volto che fu di “Sarabanda” e “La Pupa e il Secchione”?
A cura di Andrea Parrella
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Le generazioni recenti hanno imparato certamente a scandire il tempo anche per stagioni televisive e, soprattutto, complice l'effetto amarcord, per alcuni titoli di programmi rimasti nella memoria collettiva. Tra questi rientrano, senza ombra di dubbio, programmi come "Sarabanda", "Matricole" e "Meteore", oltre al controverso "La pupa e il secchione". Tutti titoli che, piacessero o meno sono legati al volto di Enrico Papi, il conduttore romano che fu anche protagonista con raffaella Carrà di un Festival di Sanremo, sulla cresta dell'onda, professionalmente parlando, in un arco di tempo che attraversa tutti gli anni '90 e buona parte del primo decennio del nuovo secolo. Più recentemente invece, Enrico Papi sembra essersi allontanato dall'ambiente televisivo, con l'ultimo format risalente a "Top One", in onda su Italia 1 nella scorsa stagione televisiva.

La lettera di Papi: "Non mi sono perso"

Ma è in una lettera inviata a Tv Blog che il conduttore spiega il motivo di questo suo periodo di silenzio, apparentemente non dipeso da motivi particolari se non quelli dipendenti dalla sua volontà personale. Risponde, nello specifico, ad un articolo del giornalista Claudio Plazzotta, che qualche giorno fa aveva scritto su Italia Oggi "Enrico Papi si è perso", legandosi al macrotema, ampiamente battuto, secondo il quale la televisione italiana abbia completamente abdicato all'idea di sperimentare e creare nuovi contenuti, insomma di rischiare. Papi dunque, col massimo rispetto, ci ha tenuto a sottolineare come lui non si sia perso ma: "Io non mi sono perso, anzi, le dico che sono qui ma mi sono tolto per mia scelta e per un po' dai riflettori pronto ad accettare nuove sfide e nuove avventure non avendo nessuna frenesia o astinenza da video o il volerci stare a tutti costi. Ho sperimentato e fatto molti programmi di successo vedi Papi Quotidiani, Sarabanda, Buona Domenica, Matricole e Meteore, La Pupa e il Secchione tanto per citarne alcuni e ho scovato programmi anche per altri come ad esempio Reazione a Catena, divertendomi e facendo questa professione con l'umiltà nella consapevolezza di essere un privilegiato". Ma Papi lancia anche alcuni interrogativi leggermente capziosi, chiedendosi quali siano i criteri secondo i quali un conduttore diventa un personaggio pubblico di spicco e lo fa con una metafora vinicola, o ampelografica:

E' sicuro che è il contratto pubblicitario con un grande marchio che ti certifica come grande conduttore o grande star ? E'  certo che il peso di un conduttore sia dato dal contratto che per varie ragioni è stato stipulato o rinnovato o dal numero di presenze in video che dipende in alcuni casi solo da questo? La professione del conduttore è una cosa seria che richiede predisposizione ma anche tanta gavetta e impegno e oltre al fatto che non può essere confusa con tutto quello che ho appena scritto e non è e non può essere neppure a scadenza come lo yogurt ma semmai è come il vino rosso, più è maturo e più è buono.Il vino maturo che in molti casi è meglio di quello novello negli altri casi è sicuramente più corposo e completo con il solo ed unico rischio che potrebbe sapere subito di tappo o perdere con il tempo il buon sapore. L'oste, siccome sa che non tutti se ne accorgono e reclamano, soltanto nel caso in cui il vino non  più buono venga scoperto e palesemente contestato lo sostituisce altrimenti fa finta di nulla e continua a servirlo come se niente fosse durante le portate.

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