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Caro Bruno Vespa, cosa c’entra lo Spread con gli Europei?

L’entusiasmo per i risultati inaspettati della nazionale agli europei è ovunque, senza distinzione. Il giornalismo sfrutta il trend, anziché raccontarlo. Bruno Vespa e il suo team approfittano largamente della situazione abusando dell’accoppiata calcio-politica.
A cura di Andrea Parrella
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Non possiamo non accorgerci del servilismo assoluto e volontario che il Paese attua nei confronti del gioco del calcio. Si comporta in maniera un po' disonesta il giornalismo, poiché questa vena popolare la asseconda in maniera impropria, approfittando dell'effetto ipnotico e accecante che il pallone sortisca su chi vede, sente e legge.

Esempio più alto è l'accostamento delle vicende politiche con gli accoppiamenti calcistici di Euro 2012, dove prima la Germania s'è scontrata con la Grecia (guarda che caso!), poi con l'Italia. Erano in sedici, prima o poi potevano beccarsi. Al contrario abbandoniamoci allegramente a giochi di parole su spread, Merkel e Monti (sottocategoria di questo simpatico gioco è l'accostamento dell'altro Mario, Balotelli, in questi giorni sulla bocca di tutti). Ieri sera, a fine partita, il presidente del CONI Gianni Petrucci ha detto, con sopraffina delicatezza ed entusiasmo dirompente, che lo spread lo detta l'Italia. Non si è nemmeno capito cosa volesse dire, solo che Amedeo Goria ha annuito, dandoci sicurezza.

Alessandro Antinelli, inviato dal campo Rai, per la verità stigmatizzando leggermente questa tendenza, ha detto nell'intervista flash a Prandelli che qualcuno darà a questa vittoria significati molteplici, chiedendo un suo parere. Con l'aplomb (quello vero) che lo contraddistingue, il cittì ha semplicemente detto che parlando di Italia bisogna stare attenti (almeno per fare i dovuti distinguo). E pure ‘stamani, sul Corriere.it, c'è un interessante articolo che cita le parole di economisti, tra cui l'attuale premier, ai tempi della vittoria mundial del 1982. Nella sostanza delle parole di Monti c'è un certo biasimo dell'entusiasmo delirante, l'eccesso, negativo o positivo che sia, applicato dal popolo verso il calcio, verso le cose tutte. Tendenza assunta anche in economia, il che avrebbe messo a rischio il rigore del Paese. A guardarlo tramite quelle parole premonitrici, il premier lo si può osservare con occhi diversi.

Il collante della questione è Bruno Vespa. Per la sua ennesima Primaserata (quando arriverà l'ultima?) ha ben deciso di cavalcare l'onda dell'entusiasmo per provare ad interrogarsi sulle sorti dell'Euro strizzando pesantemente l'occhio a Euro.. duemiladodici. Il promo, prima della partita, giocava su un parallelo di immagini, alternate tra i vertici UE e Tardelli che esultava per il gol dell'82. Colonna portante dello spot: riuscirà l'Italia a tenere testa alla Germania? Senza un istante d'attesa, al primo minispot dopo il finale di partita, la pubblicità era già cambiata, aggiornata col risultato della semifinale a favore dell'Italia (furbacchioni!).

Resta un punto fermo, vale a dire che ci si aspetterebbe un giornalismo in grado di tamponare i falsi entusiasmi, che per quanto falsi sono belli. "L'intellighenzia"  di questo Paese, di ogni paese, che dovrebbe avere un pezzetto della sua anima nella classe giornalistica, più che cavalcare gli eccessi del popolo dovrebbe domarli, tenerli a bada per quanto sia possibile, senza tuttavia dispensarsi dal raccontarli, perchè tra raccontarli e crearli c'è una gran bella differenza.

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