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“Anche stavolta ci siamo arrivati”, così Sky e Mediaset si sarebbero divisi i diritti tv

L’infuocata battaglia per i diritti tv del 2014 sarebbe stata tutt’altro che una battaglia: l’Antitrust sta dimostrando che Sky e Mediaset trovarono un accordo per dividersi tutto e scoraggiare la concorrenza.
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L'infuocata battaglia per i diritti tv tra Sky e Mediaset del 2014 sarebbe stata tutt'altro che una battaglia a vedere l'inchiesta dell'Antitrust e a leggere i messaggi della relazione dell'organo competente pubblicati da Repubblica. Un fitto scambio di mail tra le due parti che dimostrerebbe che i due colossi si sarebbero divisi la torta a puntino. Tra le mail chiave anche un messaggio del genere:

Sintesi for dummies ad uso dei giornalisti amici: Psilvio vuole un pezzo domani che dica: “Ha vinto Mediaset“. Lo devo dare a Brachino che fa lobbing pure lui.

Il 26 giugno 2015, nella giornata in cui veniva annunciato l'accordo siglato tra le due parti, gli scambi le due realtà si sarebbe fatto sempre più fitto. "Invio ultima versione concordata. Attendo riscontro prima di procedere con la versione clean. Un caro saluto" – scrive Mediaset – "Anche stavolta ci siamo arrivati!" – replicano da Sky. Cosa accade adesso? Il mercato risulta essere stato alterato quindi Sky e Mediaset vanno incontro ad una pesante multa per aver ostacolato l'ingresso di potenziali nuovi operatori sul mercato.

Lo scenario: cosa è successo secondo l'Antitrust

Quando, il 5 giugno 2014, si sono aperte le buste, i pacchetti principali dei diritti Tv, il pacchetto A ed il pacchetto B, erano stati aggiudicati da Sky. Una Mediaset completamente esclusa non avrebbe fatto piacere alla Lega e ad Infront, partì dunque una sorta di "scena" pubblica dove sia Mediaset che Sky minacciavano azioni legali ma, in realtà, sottobanco avrebbero trattato la spartizione dei diritti. Una mossa che, scrive l'Antitrust, "non c'entra con lo schema venuto fuori al momento dell'apertura delle buste e ‘costringe' la Lega a rinunciare a 150 milioni per non scontentare nessuno". Adesso sulla vicenda ha cominciato ad indagare anche la Procura di Milano. Sono previsti aggiornamenti.

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