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Alberto Angela è il nuovo eroe della tv: “Mio padre Piero mi ha insegnato l’umiltà”

Il nuovo eroe della televisione generalista si racconta in un’intervista a “La Repubblica”: “Ho cominciato con la tv svizzera ma volevo fare il ricercatore. Mio padre? Sul lavoro più colleghi che padre e figlio, mi ha insegnato il rispetto e l’umiltà”. E assolve i giovani: “Quando li critichiamo, penso che siano sfortunati a non aver avuto un’infanzia e un’adolescenza con i tempi morti. Oggi fanno sempre qualcosa”.
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Alberto Angela è il nuovo eroe della televisione generalista. Dopo il successo di "Stanotte a San Pietro", il quotidiano La Repubblica ha intervistato il divulgatore scientifico figlio d'arte per fare il punto sulla sua carriera, sul suo passato e sul rapporto che ha avuto con suo padre, il grandissimo Piero Angela. Nell'intervista, firmata da Silvia Fumarola, una conversazione in cui Alberto Angela racconta i suoi inizi, i suoi viaggi in giro per il mondo e il suo rapporto con il padre: "ascoltare le sue avventure, era un po' come leggere Salgari".

Mi sono laureato in Scienze naturali a Roma e ho seguito corsi ad Harvard, alla Ucla e alla Columbia. […] La scienza è regina della conoscenza: puoi spaziare dalle conchiglie alle galassie. […] Sono stato in Congo, in Tanzania ero impegnato per una fondazione che collaborava con l'università di Berkley, seguivano gli studi sull'uomo preistorico: sono quelli che avevano scoperto Lucy.

Dai suoi studi alla tv, il passo sembra breve eppure Alberto Angela non ha mai immaginato di fare televisione.

La tv svizzera mi chiese di spiegare gli scavi, il lavoro del ricercatore. Non avrei mai immaginato di fare televisione. Quei servizi funzionavano, sono diventati un programma, Albatros, che fu mandato in onda da Telemontecarlo: ero sbarcato sulla tv italiana.

Il rapporto con il padre Piero Angela

Piero Angela e Alberto Angela, colleghi più che padre e figlio quando sono stati insieme sul set. Una guida preziosa per il nuovo eroe della tv, oggi in grado di fare cultura in prima serata sul primo canale generalista e fare il pieno di ascolti. Ma i consigli di papà Piero sono stati fondamentali:

Era guardingo, mi ha sempre detto: "La tv va fatta bene. Devi essere bravo". Albatros ebbe successo, con papà ci guardammo in faccia: e ora? Così abbiamo cominciato a lavorare insieme al Pianeta dei dinosauri, poi a Ulisse. Più che padre e figlio eravamo colleghi. […] Il cognome? Un'arma a doppio taglio. Ho avuto la fortuna di cominciare a fare questo mestiere quando non c'era il web. Devi essere irreprensibile dal punto di vista scientifico, non apparire troppo, essere comprensibile, saper parlare a tutti. La telecamera non mente, racconta chi sei. Se al cinema non saprai mai se un attore è simpatico, la tv restituisce la persona. Le basi sono l'educazione e il rispetto del pubblico. […] Non mi ha mai detto: "Fai questo" o "Non fare questo", è lo stesso metodo che uso con i miei figli. Ci sono gli esempi, poi ognuno sale sulla barca a vela e va. La cosa che ho imparato – dote che certamente ha papà – è l'umiltà, l'etica del lavoro. Devi lavorare sodo.

Ai giovani: "Non hanno tempo per meditare"

Alberto Angela, 54 anni, "figlio delle enciclopedie e non del web" – chiede Fumarola – "come si conquistano i giovani".

Quando critichiamo i giovani, penso che siano sfortunati a non aver avuto un'infanzia e un'adolescenza con i tempi morti. Oggi fanno sempre qualcosa, stanno con la testa sullo smartphone. Il professor Veronesi mi disse: "Non c'è più tempo per meditare".

È la curiosità che fa muovere tutto. Alberto Angela ha il grande merito di spingere lo spettatore a guardare e, semmai, ad approfondire. Il suo successo in prima serata è più che meritato.

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