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Addio alle fasce protette in tv, arriva il parental control ma è polemica

Saranno i genitori e non più i palinsesti a decidere quali programmi debbano ritenersi nocivi per lo sviluppo psicofisico dei minori e quali invece no. Rimarrà il bollino rosso ma spariranno le fasce protette.
A cura di Fabio Giuffrida
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bollino rosso

Addio alle fasce protette, non ce ne sarà più bisogno, è arrivata la risposta a tutti i mali: il parental control che in Italia quasi nessuno conosce e che, se dovesse essere applicato adesso, probabilmente si rivelerebbe un vero fallimento. Insomma, i programmi hot sarebbero criptati e dunque inaccessibili ai giovani che si risparmierebbero queste scene tanto odiate dai genitori ma che invece suscitano curiosità in loro, di sicuro più abili dei genitori a smanettare le nuove tecnologie. Una volta infatti questi programmi, non adatti ad un pubblico di minori, venivano trasmessi in orari non protetti, ad esempio erano assolutamente banditi i "pomeriggi televisivi" e privilegiata invece la cosiddetta terza serata. Adesso si potrà mandare in onda un qualsiasi contenuto ad un qualsiasi orario, questo prevede il decreto legislativo che il Governo ha approvato il mese scorso, adeguandosi ad una normativa europea del 2007 e rivedendo dunque le regole sulla tv ed i minori nell'era del digitale terrestre.

Non sparirà il bollino che deve restare in onda, e ben messo in evidenza, nel corso di tutto il programma ritenuto non adatto ai minori e che potrebbe minare al loro sviluppo psicofisico. I film violenti e porno potranno essere trasmessi soltanto dai canali a a pagamento, basti pensare a quelli ospitati sulla piattaforma Sky, la tv di Murdoch e i suoi affezionati 5 milioni di telespettatori (che sfida il trash con DeASapere e Sky Arte HD). Una gioia per le aziende televisive che potrebbero dunque lucrare sui programmi hot ma anche per gli investitori pubblicitari che finalmente potrebbero trovare prodotti su cui scommettere ad occhi chiusi, visto che l'audience salirebbe in maniera esponenziale alla faccia della crisi della tv generalista. Tutto quindi a discapito dei più giovani e delle associazioni in difesa dei minori che adesso sono sul piede di guerra: per il Comitato Media e Minori il parental control sarebbe un "alibi per scaricare tutta la responsabilità sulle famiglie" mentre per il Presidente del Copercom il testo è "ad alto tasso di ambiguità". Secondo il Presidente dell'Aiart "vengono così abbattuti gli argini capaci di sbarrare la strada ai programmi che intaccano il futuro dei minori".

I genitori dovranno badare di più ai figli, non sarà più consentito loro lasciarli ore ed ore davanti la tv, certi che Canale 5 piuttosto che Rai 1 non avrebbero mai trasmesso contenuti hot in prima serata. Ora dovranno armarsi di manuali per capire come impostare il parental control ed evitare che i loro figli possano scoprire un mondo a loro (ancora) del tutto sconosciuto. Che poi i programmi non adatti ai giovani sono sempre stati trasmessi soprattutto sulle tv commerciali e spesso bacchettati duramente (ma senza mai trovare soluzioni) dai Comitati a difesa dei minori: come giustifichiamo le scene trasmesse dal Grande Fratello, da Uomini & Donne, da Mammoni, da La Pupa e il Secchione etc.?

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